Con questa tesi si vorrebbe ovviare alla tenacia e alla durevolezza dei pregiudizi che circondano la figura di Cino da Pistoia. Il primo capitolo si propone di interpretare la poesia ciniana come prodotto della sua epoca e non secondo gli sviluppi che determinati spunti ciniani avrebbero avuto in Petrarca o comunque nei secoli successivi. Segue poi un capitolo dedicato all’influenza che Cino, lungi dall’essere davvero un epigono, ebbe sulla formulazione del concetto dantesco di Stil nuovo; l’esame è impostato seguendo le direttrici del dialogo di Cino con gli altri poeti del tempo, segnatamente Cavalcanti e il bolognese Onesto degli Onesti. Il capitolo si conclude con un’incursione in campo mitologico: prima di Petrarca, Cino fu l’unico a r...